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Trinacria News

agosto, ferragosto, capo d'inverno ... dis-illusioni di enzo li mandri

15/08/2010

... su le maniche, si torna al lavoro ;0)
il testo in word

Non ho mai confessato la mia rituale angoscia di ferragosto, ma, forse, non sono il solo. Una vecchia credenza popolare fa di questa giornata, che la Chiesa Cattolica festeggia con l’Assunzione al Cielo della Vergine Madre di Dio come garanzia di salvezza per tutti, l’inizio dell’Inverno che incombe nel ciclico susseguirsi delle stagioni. 
L’Estate, stagione magica per eccellenza, accusa il suo primo vero colpo dopo essersi lasciata alle spalle con superficiale noncuranza il solstizio ed è costretta a guardare all’equinozio con realismo e altrettanto fastidio.
L’Abbé Louis Constant nel suo libro “Fables e Mites” spezza una lancia solitaria a favore della cicala frivolona contro la formica sparagnina; sembra un non senso ma, nel cuore di ciascuno di noi, il nostro animo solare è assolutamente d’accordo … così io credo almeno, e per il mio posso affermarlo, lo è certamente e appassionatamente.
E così, sia pure senza che esista una evidente ragione, senza che campeggi un segnale preciso, il mio animo, al brontolare del generale Inverno si intristisce e non cerca spiegazioni, non cerca scuse. Marciano sul mio cuore allora gli scarponi chiodati del gelo per eccellenza e cerco una via di scampo, nell’illusione, nel sorriso, nella compagnia. Domani tornerò al lavoro ma conterò i giorni che mancano alla prossima Primavera mentre la calata torna lentamente a chiudersi sul mio desiderio di vita. Una vita che l’Estate mi consente di godere con intensa gioia e che non vorrei finisse mai.
Dice il Santo: “la tenebra più fitta non può oscurare la luce di una candela” ma quando a reggere il moccio sono in pochi, forse in “troppo” pochi, allora la ricerca della Luce, e di ciò che Essa ci dona, nell’Inverno che infuria, diventa spasmodica, per molti addirittura disperata, e il gesto estremo, frutto della perdita della Ragione, che è raggio di Luce, è dietro l’angolo e quando si concretizza ci si chiede perché, stupiti certo, ma mai del tutto sorpresi.
Quando ero piccolo avevo certezze! Le sentivo dentro di me così presenti che non potevo considerarle altrimenti e le raccontavo agli amici perché ne godessero come ne godevo io. Oggi, piccolo non più e grande di nulla, le ho ancora, queste certezze, anche se barbaramente sommerse da sovrastrutture mentali e coscienze mai uniche, però una cosa l’ho capita, e non le racconto più in giro a nessuno, men che meno agli amici. Piuttosto sorrido, di me ovviamente.
Intanto l’Estate continua, per una luna e un quarto, il tempo “giusto” per calibrare il colpo del maglio (o preferite che lo chiami mazzuolo?) sullo scalpello che levigherà ulteriormente il nostro “legno” (o preferite che la chiami “pietra”) già appoggiato alla superficie al filo della ennesima escrescenza che ci fa diversi nella banalità (non lo chiamerò difetto, né “orgoglio” o “presunzione”, preferisco “egoismo” … lo stesso “egoismo” che ci ha consentito di nascere, di crescere, di diventare quello che siamo) … per assestare un colpo su noi stessi, “contro” noi stessi.
Buona Estate a tutti, Fratelli miei, Sorelle mie, con l’augurio che la vostra mano non tremi quanto trema la mia, che il vostro cuore sia impavido a differenza della codardia che riempie quello di chi scrive … e con l’augurio che la “cicala” che canta nel cuore di tutti noi la spensieratezza dell’Estate, immaginandola eterna, non taccia mai. Al lavoro, dunque, si ricomincia!


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