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Vorrei dirvi due parole

22/07/2008 - Bossi ... da "punta"... e giù botte alla Nazione e al Sud tanto per cambiare
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Chi rappresenta Umberto Bossi?

 

 

(elim) I tentativi di porre pannicelli caldi sulle improntitudini del leghista, da parte della destra, cui appartiene per convenienza, e della sinistra, cui potrebbe convenire e riconvenire che appartenga, li possiamo capire (politicamente o almeno nell’ottica di quello che oggi è diventata la politica da “calcio mercato” in Italia), certo non giustificare.

 

Bossi rappresenta, a nostro umile avviso, due entità: i soldi (i dané! non parliamo di ricchezza, troppo sofisticato!) e tutti coloro che ne hanno fatto l’asse portante della loro cultura e della loro vita: l’impero economico, il nord Italia.

 

Bossi volutamente (ma non è il solo) dimentica che l’Unità d’Italia, sulla quale egli oggi sputa, regalò al Nord il predominio sull’impresa industriale, con quel patto scellerato che vide chiudere le fabbriche del Sud, per sgomberare al Nord il campo e il mercato, in cambio di un assistenzialismo che oggi ci vede economicamente in ginocchio.

 

Bossi dimentica che la manovalanza degli emigrati ha consentito al Nord un ulteriore vantaggio e dimentica che l’ulteriore colpo all’economia siciliana è stato inferto dalla svendita delle aziende del credito siciliane grazie ad una sconsiderata politica di accorpamenti, fortemente voluta dalla sinistra, con la quale non a caso egli flirta da sempre, ma mai disdetta dalla destra.

 

Oggi Bossi tuona contro la bandiera, l’inno nazionale, i professori che vengono dal Sud e che egli chiama stranieri. È una boutade? No! È un disegno preciso, il suo, ed è quello di mettere definitivamente in ginocchio il Sud e alienarlo dalla Nazione, una Nazione che egli disconosce e che disprezza, a favore invece di una asse nordista che egli considera uno Stato.

 

Questi i fatti! Ed ho detto abbastanza … tranne che per concludere, e concludo con una evidenza: la realtà è storia!

 

Che oggi le cose per il Sud siano malmesse è reale; che la gente al Sud ami con orgoglio il proprio lavoro piuttosto che monetizzare anche il fiato è un difetto noto; che ami sognare più che sgobbare è un difetto congenito; che possegga invidiabili intuizioni si sa è a causa di una fortuna sfacciata quanto ingiusta; che sia credulona e innamorata della patria, tanto da commuoversi alle note dell’Inno nazionale, lo sanno tutti; che abbia alle spalle una cultura millenaria, che il Nord sconosce e disconosce, è vero; allora, di cosa vogliamo lamentarci?

 

Una linea costante accompagna la nostra storia! colonizzati e sfruttati sempre, trattati da stranieri in Patria, una Patria che il nostro essere intimamente cosmopoliti ha sempre visto luminosa terra di Arte e di Cultura, aperta a tutti, con una visione “siciliana” che oggi sembra faccia paura (pure essendo il Sud in ginocchio come non mai) a chi fonda il suo potere su i soldi, e si fa vanto di poter abbattere gli Stati, non avendo altra mira che la sindrome di Paperone.

 

Una paura che oggi fa puntare a Bossi il dito sui professori del Sud, e sulla loro Cultura, che potrebbe imbastardire il “puro” ghisa del Nord … mi si consenta di essere amaro, pure nella coscienza di vivere la Storia, e non di essere succube delle paturnie di uno scherzo della natura come Bossi: da piccolo scrissi un libro, di favole, che, ingenuamente, dedicai così: “ai figli dei milanesi, perché per i loro padri non c’è più speranza” … fui davvero ingenuo e oggi lo riconosco! C’è chi vuole, in maniera dura e pura, che per loro non ci sia “nessuna” speranza.

 

Sia fatta allora la volontà di Dio.

 

p.s.

 

… da troppo tempo si è presa l’abitudine di etichettare il gesto folle di Hitler (predominio della razza ariana ) come “fascismo” (e perché non “nazismo” poi?) e quello di Stalin (predominio della dittatura sovietica) come “comunismo” (Bertrand Russell amava porli sullo stesso piano!) poco o nulla preoccupandosi di guardare se alle spalle di queste due “etichette” ci sia una filosofia reale e una idea politica “perfettibile” (due culture politiche, improntate da uno spirito fortemente idealista, quasi utopico, costole, insieme alle prime correnti anarchiche, del Partito Socialista!) e lasciarsi abbindolare da chi sostiene che non esistono più ideali e ideologie … come se le idee, e l’animo che le legge, fossero non più archetipi ma favole per bambini, favole da chiuder nel cassetto in favore di un duro e costante impegno lavorativo sempre, per una nuova classe di imprenditori che ce l’hanno “duro”! Sì, soprattutto il cervello, proprio come una cassaforte … volemmose bbene, elm.

 

enzolimandri08


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