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FAVOLA DEL SOLSTIZIO O DELL'OVVIO

21/12/2012 - aiutati che Dio t'aiuta
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          Favola del solstizio 2012 o dell’ovvio.

“Ecco, io credo sia umano aspettarsi che il solstizio d’inverno, più che il suo omonimo estivo, sia foriero di novità, come credo sia umano aspettarsi che esse suscitino meraviglia!” aspirò a lungo dalla sua pipa da ovvio, e, mentre si spandeva intorno il profumo dolciastro del combusto, guardò in alto, poi abbassò lo sguardo su di me e disse:
“ti aspetteresti magari qualche informazione in più!” scossi il capo! Non me ne aspettavo, lo conoscevo bene, e non ne volevo, oltretutto; non fosse bastato il diniego gestuale, comunque, fui più categorico a parole:
“ma no, credo che tu abbia più che una ragione a rimarcarlo e a ricordarlo; solo che se la gente che ti ascolta non esce dalla convinzione che una favola sia il semplice conato di un eccesso di fantasia mal digerita le tue parole non serviranno a niente!”
“hai soluzioni?”
“no!” gli risposi “non ne ho!” mi passò la pipa: l’ovvio è un gradevole distensivo, dotato di proprietà analgesiche non indifferenti, se usato con cautela, ma non ha solo queste caratteristiche; per fortuna in Occidente è vietato consumarlo, e considerato una droga (ma su questa definizione generica e banale torneremo altrove, non è questo il luogo per parlarne) perché sollecita la fuoriuscita di una parte pericolosa e nascosta dell’uomo, chiamato volgarmente anche perispirito, e di cui colà, dove si è più avvezzi a queste fughe, si riconosce per tradizione l’esistenza e l’uso mentre in Occidente se ne è perso il seme …
“… come della favola!” aggiunse il mio buon amico (a proposito, vi prego di perdonarmi se non ve l’ho ancora presentato, anche se sono sicuro che egli è conosciuto già da molti: parlo, è ovvio, del Brucaliffo, un protagonista di rilievo sia nelle favole di Carroll, come Alice ed altre meno note, sia altrove) gesticolando a lungo e tracciando per aria glifi di arcana memoria, come a volerne evocare l’essenza; lo fermai con un gesto antico, che lo ricondusse in sé, e lo invitai a soprassedere ad argomenti fantastici, e a tirare piuttosto al sodo, almeno oggi; fu comprensivo quanto basta e chiaro per quello che ci era possibile:
“dal ventre, donde nacqui, una forza primigenia traccia ancora il destino degli umani; essa decreta, anno per anno, i cambiamenti che gli uomini dovranno apportare, al loro comportamento, per adeguarsi al Tempo; questo tracciato, inciso con una cannula appuntita, su una tavola di 30 per 40, ricoperta di cera vergine, porta un simbolo per ciascuno dei lati, origeni e cardinali, ed un simbolo al centro; le correnti trasversali tra i cinque simboli tracciano una lettera che significa il nuovo percorso, incasellato tra due aste come colonne, quasi ad esorcizzarne la potenza, e la lettera di quest’anno a venire è la M; il movimento che la genera è lo stesso movimento che l’uomo saggio dovrà seguire, ed eseguire, per essere in armonia col Tempo; ma se esso non lo eseguirà con tutto se stesso, e intendo con le sue tre parti all’unisono, ogni suo sforzo sarà vano, e servirà solo a riempire il Cielo di inutili preghiere e cantilene.”
Sorrisi e gli resi la pipa di ovvio, egli ne tirò abbastanza da riprendersi dallo sforzo e mi sorrise:
“ti ho accontentato?”
“sì!” gli dissi, “ora però scendi da quel c…o di fungo e dammi una mano che, da quello che capisco, quest’anno ci sarà da lavorare parecchio”
“Ovvio!” mi rispose e, strisciando sensualmente come solo un bruco sa fare, scese dal fungo. ELIM 2012

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