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LA COSCIENZA MITICA DI BENT PARODI

29/04/2016 - ovvero il mito e la sua imprescindibile realtà iniziatica
“Per oltre duemila anni, influenzati dai Greci e dai Padri della Chiesa, abbiamo accettato l’equivalenza tra mito e favola ingenua. Al più i miti sono stati intesi come espressione poetica e se ne è apprezzato il valore estetico, artistico, perché in grado di riscaldare il cuore.
Malgrado le condanne di Senofane e di Platone, di Evemero e di Teagene di Reggio, i poemi omerici, le tragedie e i grandi classici hanno mantenuto nel tempo uno spiccato carattere didattico e formativo. Ma certo per 25 secoli la fonte del mito si è inaridita e pochi hanno creduto nella verità degli dei: troppo umane sembravano ai critici le loro vicende (Senofane insegna). Furono proprio i Greci dell’età classica a perdere la chiave interpretativa del mito, a smarrirne i codici essenziali. E la civiltà occidentale, erede del modello ellenico, ha accolto il loro punto di vista, qualificato (e non disinteressatamente) dal Cristianesimo monoteista.
Ma che i miti non fossero propriamente “favole ingenue” apparve già evidente ai primi, notevoli ricercatori dell’Ottocento positivista: Frazer, Tylor etc. fu, intanto, subito chiaro che il complesso mitipoietico non era esclusiva del mondo greco, che anche le grandi culture preclassiche e le stesse società tribali contemporanee del mondo moderno erano segnate dal pensiero mitologico, che anzi proprio tra questa poteva essere cercato (e trovato) il mito nella sua formulazione più autentica.
I miti greci, gli unici che il pensiero occidentale abbia conosciuto in duemila anni e trasmesso nelle scuole, sono infatti dei “miti morti” perché nessuno di essi ci è pervenuto nel suo contesto rituale originario. E un mito non è tale senza rito, l’uno senza l’altro non è spiegabile: poiché è la pratica del culto a vivificare le narrazioni divine… “
poi prosegue :
“Afferma Mircea Eliade: … il mito narra come grazie alle gesta degli Esseri sovrannaturali una realtà sia venuta a esistenza, sia che si tratti della realtà totale, il cosmo, sia di un solo frammento di realtà: un’isola, una specie vegetale, un comportamento umano, un’istituzione. Il mito è quindi sempre la narrazione di una “creazione”: riferisce come una cosa è stata prodotta, come ha cominciato ad “essere”. Il mito parla solo di ciò che è accaduto “realmente”, di ciò che si è manifestato pienamente. I personaggi dei miti sono Esseri sovrannaturali …”

Brano tratto da “L’Iniziazione” di Bent Parodi – Edizioni Magi – aprile 2002
 

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