20/12/2009 - riceviamo e pubblichiamo un sentito commiato di Enzo Guzzo
L'anno sta per concludersi e le notti si allungano mentre le ore di luce si fanno sempre più brevi. Il 21 dicembre cade il solstizio d’inverno. L’oscurità regna sovrana ma nel momento della sua massima espansione ecco che cede alla luce che lentamente incalza e che inizia a prevalere sulle pesanti tenebre invernali.
Bent Parodi di Belsito ci ha appena lasciato in prossimità del solstizio d’inverno e nel mondo apparente non torneranno ad allungarsi per lui le giornate della vita ordinaria.
Oltre al ricordo indelebile e affettuoso, ci resta il suo immenso magistero di umanità, di conoscenza e di spirito. Ci restano i suoi scritti, i suoi interventi registrati, la sua luce che per noi non muore ma ritorna con il nuovo anno e per sempre sino a quando sarà da noi custodita la memoria della sapienza, della bellezza e della forza.
Si avvicina la festa del Natale. Il sole sembra morire ma poi rinasce. E’ il ricalco dell’antica festa del Sol Invictus. E Bent se ne è andato del tutto consapevole del suo imminente destino, verso quel Mistero, verso quella Luce che sempre è. Circa un mese fa, dopo una conferenza sull’Unità del Tutto, mi confidò, infatti, di sentirsi vicino al transito. Ma ricorderò sempre che in prossimità dell’altro solstizio, quello della scorsa estate, ci siamo ritrovati insieme a parlare dinnanzi al tempio di Segesta, sulla sacralità del Tempio.
Esiste un Tempio che potremmo definire “acheiropoiètos”, cioè non costruito da mani d’uomo. Questo Tempio è il Cosmo, il Contesto che tutti ci coinvolge e che sempre ci riguarda, nessuno escluso.
Questo riferimento fu costantemente presente e caro al nostro Bent con il quale ho condiviso, nel corso di una breve ma intensa frequentazione, tanta parte della concezione del rapporto uomo - cosmo, uomo – conoscenza, uomo - sacro.
Viva sempre nei nostri cuori, nella nostra mente, nel nostro lavoro spirituale, nella nostra ricerca del sacro, il suo esempio. Sia sempre con noi, i suoi fraterni amici, la sua tenacia, la sua forza, il suo nobile distacco dalle banalità, il suo amore per la Conoscenza.
Sei tra le stelle fisse e parlo di archetipi, non di astronomia.
Enzo Guzzo
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