16/12/2010
.... ad un Fratello e Amico per il quale la morte non aveva diritto a memoria ...
(elim) Ancora riesce difficile credere, a chi scrive, che Bent Parodi non ci sia. Ancora chi scrive immagina di lavorare, insieme, per gli obiettivi comuni. Ancora l'impegno guarda alla rivalutazione della Cultura Aristocratica e del Pensiero sicuri che Essa sola possa aiutare gli uomini di buona volontà a vedere la Luce, cosa in cui Bent credeva fermamente, evocandola ogni volta che "si può" e nei modi in cui "è concesso" affinché Essa non diventi, come è già purtroppo nell'immaginario collettivo, un obiettivo irrangiungibile, una "cosa" per pochi. Quando cominciammo, negli ultimi anni, a frequentarlo più assiduamente, anche per raccogliere informazioni (troppo poche purtroppo) per tracciarne un opera biografica, egli sfuggiva, invitandoci a concentrare altrove la nostra attenzione, e altrove era "dentro", altrove era verso la "Luce" dalla quale egli si sentiva un privilegiato, oltre che un illuminato, che aveva, proprio per questo, il compito imprescindibile di spingere verso l'illuminazione tutti coloro che ne potessero essere degni, convinto, come pochi, che il silenzio iniziatico, di chi sa, tace sui modi, i tempi, le circostanze, non sulla sua reale "esistenza", e così l'uomo come "entronauta", l'uomo come "figlio delle stelle", l'uomo come destinatario assoluto del monito del Frontone del Tempio di Delo, diventava sempre più spesso l'obiettivo finale delle sue dissertazioni. Ma non solo questo trapela da i suoi discorsi, infatti, volendo fare attenzione al bianco fra le righe, ad un blando grattare appare quello che ai più è sembrata, e sembra, solo una banale elucubrazione, ma una banale elucubrazione non è.
Grazie quindi a chiunque lo studi e lo ricordi, visto che è della memoria del loro pensiero che vivono i grandi pensatori. |