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Trinacria News

FAVOLA DEL NATALE

19/12/2011 - improbabile quasi quanto la mia sincerità ...
ANCORA UNA FAVOLA, SUL NATALE, OVVIAMENTE …

La neve sporca sotto il marciapiede attirava il mio sguardo, quando una lattina di birra accartocciata mi passò davanti agli occhi volteggiando per aria fino a finire nella neve con un sobbalzo; la tentazione di colpirla con un calcio era forte ma mi trattenni! Avevo un’età! Ma il grugnito mi distolse dai pensieri: “dai! Colpiscila!” ma vedi tu se poteva mancare che si intromettesse nei miei pensieri! Voltai lo sguardo verso l’angolo della traversa; la voce proveniva da lì! “Chi sei?” strillai infastidito; “sono l’Angelo del Natale!” “ma che cazzo vuole?” pensai tra me “ci mancava anche Lui!” però fui falsamente gentile e gli offrii un tè, caldo ovvio, come si conviene ad un messaggero di Dio, ed egli, prendendolo con le mani sporche al di là di un paio di guanti luridi e sfondati, mi ringraziò; “ci voleva!” poi continuando “quello che cazzo voglio è rispetto!” tirò giù un sorso bollente con un sospiro di soddisfazione e si pulì la barba bagnata; dovevo immaginarlo che mi avrebbe letto nel pensiero e presi in prima: “mi hai fatto sobbalzare!” “ogni tanto ci vuole! Sei troppo rincoglionito! Troppo chiuso nei tuoi pensieri inutili! Dovresti guardarti attorno più spesso!” “gran bel vedere davvero!” ribattei; “ma cosa ti aspetti? Un mondo di santi? Troppo comodo! E pensi che non mi piacerebbe spargere rose e fiori sul cammino di un’umanità felice e saggia? No! Vedi bene come sono conciato?”. Sì! La sua mise da clochard mi destava il sospetto che fosse in incognito ma non avevo pensato che gliela avessero “incollata”; me ne dispiacque: “azz! Brutta davvero come fine per un Angelo!” “Fine un corno!” ribatté lui “tra 2 o 3 mila anni mi toglieranno anche questo cumulo di stracci di dosso e potrò tornare alla mia veste di Luce”; taceva ma l’impressione che volesse dirmi altro era prepotente e gli chiesi: “e?” “bé! Me la sono meritata!” fu certo più sincero di quanto non lo fossi stato io “era una giornata di pioggia e nevischio come questa; avevamo una riunione per decidere come comportarci nei confronti di un gruppo di uomini troppo attaccati alle forme e al potere tanto da approfittare della dabbenaggine dei loro amici, ed io fui molto duro!” “e allora?” “mi beccai le fattezze del barbone e il compito di far capire agli uomini che l’abito non fa il monaco” “Brutta! Posso aiutarti?” “Certo! Comincia a capirlo almeno tu!”; questo mi riportava brutalmente dentro ai miei pensieri di prima, vigliaccate, tradimenti, poi il suo invito al rispetto … Lui intanto, come da copione, non c’era più, e forse, sempre come da copione, non c’era mai stato! Ma il suo monito era presente quanto la sua lattina di birra nella neve: “rispetto!” … il rispetto è nell’Uno! Non si deve a sé più o meno di quanto non si debba agli altri … raccolsi la lattina e la calciai lontano, poi mi voltai verso la traversa stranamente illuminata a giorno … “ok! Toccato!” sorrisi “dove Ti rincontro?” … un’ombra tracciò una linea alla fine della quale si apriva la porta di una bettola e la scritta “benvenuti in paradiso!” … e dove se no?? Ovviamente entrai per non tornare mai più … ma, per favore, non maltrattate il mio clone, soprattutto ora che lo sapete … Buon Natale miei cari, a tutti Voi … enzo li mandri

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