Accedi :: Registrati
Benvenuto        Area utente :: Esci







Vorrei dirvi due parole
E’ tempo di fantasia
Ieri domani lo sport
Oggi rispondo io
Splendeat lux
Cultura
Satira
Giovani




Trinacria News

LA FAVOLA ... DELLA DEMOCRAZIA

31/12/2013 - Buon Anno Nuovo
LA FAVOLA … della Democrazia

Entrai in punta di piedi, evitando che i cardini cigolassero, e mi sedetti alle sue spalle: “perché?” chiesi; si voltò a guardarmi mesto: “son tempi duri!”; era appena sopra un vortice leggero di petali multicolore mentre un vecchio grammofono suonava canzoncine di Natale e, fuori, nevicava; “vedi” proseguì dando un lungo sorso ad un caffè lungo, “c’era Intelligenza del Cuore, un tempo, negli Uomini di buona volontà, poi nacque la Democrazia” prese ancora del caffè concedendosi un lungo sospiro “non che io ce l’abbia in particolare, contro questa forma, certo insulsa, di potere, ma sulla pessima, e pressoché nulla, informazione che la ammannisce al Popolo sovrano, ecco, su quella avrei dei distinguo, tra cui proprio l’assioma che recita sinteticamente così: LA FAVOLA E’ MORTA!” strillò! e il cerchio, creato dal vortice dei petali colorati, si fermò, aprendosi, mentre Egli poggiava i piedi sulle assi sconnesse del pavimento, a malapena coperte da vecchi tappeti sdruciti: “oggi la gente ha preso la Realtà e ne ha fatto un contenitore di sensazioni personali, contingenti, umorali, parziali e provvisorie, e odia, dico odia, che gli si tocchi! Che gli si metta in discussione! L’hanno chiamata Certezza, ne hanno fatto un riferimento sicuro, oltre il quale le Colonne d’Ercole non nascondono più nulla, perché più nulla esiste!” diede un calcio ai tappeti, scoprendo le assi del pavimento, e mi fece segno di guardare in un punto preciso; vidi una botola che, con un dito puntato, Egli mi invitò ad aprire; lo feci, non senza preoccupazione; conoscevo le ire del Signore dei fulmini e delle saette, e il suo disprezzo per la fine impietosa che toccava a chi gli si avvicinava troppo, provocandone la suscettibilità; però sollevai la botola e mi tuffai; mi fu compagna di viaggio Alice, mentre l’aria si riempiva delle note di Take Five, e il nulla aveva i colori dei petali della nuvola vorticosa; “perché?” chiesi ancora, la risposta era sul ghigno dello Stregatto: “affinché tu scelga! Vuoi continuare a guardare la realtà attraverso le lenti della Favola, o preferisci che i tuoi contemporanei ti … capiscano?” 
 
Intinsi la piuma d’oca nel calamaio, mentre la luce della candela sussultava per il movimento repentino ed inatteso del braccio, e cominciai a scrivere: “C’era una volta, tra gli Uomini, grande rispetto per l’Intelligenza del Cuore; essa, insieme alle sensazioni meravigliose dono della Natura, e i rimbrotti affettuosi del Cerebro, governava la Vita delle Comunità, con saggezza e affetto, dando ad ognuno il suo …” sollevai la penna e sorrisi; era ancora una favola? certo! E, oggi, chi mai l’avrebbe apprezzata? compresa? Pochi? Nessuno? Ripresi a scrivere, questa volta usando termini differenti: “Care Amiche, Cari Amici, la realtà discorre del Tempo, e non viceversa; e il Tempo è una unità relativa, non solo agli eventi, ma anche ai soggetti che Egli ingloba, e quei soggetti, oggi, potreste essere voi! Cosa Vi tocca dunque di fare? Semplice! Smettere di pensare che abbiate sempre e solo ragione Voi, ed accettare che esistono intorno idee diverse, che devono, non solo possono, convivere con le vostre; e che la partecipazione alla Vita comune, che oggi si chiama Società, e ieri si chiamava Tribù, vuole che si partecipi tutti, non che ci sia chi sta a guardare e lascia la responsabilità delle azioni sulle spalle degli altri! Questo immaginavano in Athene i nostri padri, e questo è, in Democrazia! E la Favola? La Favola ha (anche) il senso del Sogno, e senza sognare nessuno, pure che pensi, vive! Che poi il Sogno travalichi il Tempo, dia il verso alla Realtà di domani, sia stato il senso della Realtà che oggi viviamo, sia legame comune tra gli uomini, e li faccia diventare Società, su questo, forse, è inutile sgolarsi in un mondo di sordi! Come, probabilmente, è inutile ricordare che solo la Favola mantiene intatte le radici, della Tradizione, e le trasmette, tra gli stracci e in barba ad Erode, con una Voce che solo il Cuore intende, e, come Cuore, intendo ciò che appartiene a Tutti, e, quindi, che chiunque possa, se vuole, intendere.

 Buon Anno, Amiche Care e Amici Cari, Buon Anno, Enzo Li Mandri.



associazione Alessandro Tasca Filangeri di Cutò
via Mariano Stabile, 70 - tel 091.336558 / 335.8305176 - c.f. 97217430822