… Tenera dea, te temo,
nosco le unghia
sporche il sangue del vile
e la collana
tua
lucidi i teschi e le braccia
tue nell’amplesso
fatali
e il ventre rorido del mistero e la schiena
sinuosa
ed il respiro
cupo
volto in se stesso
superato …
involuto …
ecco te
ecco il tuo afrore
brace di uno sguardo vuoto
ch’è caro,
come la morte che te segue …
guarda
concupia
al mio pensiero
e dagli fuoco
e fa che le volute
alto tocchino / il cielo
e fa che sguardi attoniti
scavino in te / la strada
e debbano vedere …
ecco ti do i brandelli
dei tuoi seguaci / di cui nutrirti …
liberaci dal male
divora i nostri cuori / infermi
e frusta
ambizioni e turgori
acché purificati
il sangue in copia
e allontanate larve
l’orrido dio si mostri
rivelando ancora / a noi
candido il fiore ….