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Un monologo per Stefania Blandeburgo di Marcello ScurriaQuando ci si innamora lo si grida al mondo ...
testo integrale del monologo

di Marcello Scurria

 

Un monologo per Stefania Blandeburgo.

 

[Saluti il pubblico mentre ti rivolgi a lui con spontaneità] Eccomi, arrivo: ancora dieci passi e sono sul palcoscenico [Saluti il pubblico che hai di fronte. Scrosciano gli applausi e ti inchini. Tutto vibra, l’impianto vocale fischia. Quindi torni al microfono. E’ tutto a posto. Sembra tutto a posto] Signori e signori sta per iniziare il monologo. Non è una cosa qualunque… Un monologo è come una confessione e poi, scritto da Marcello Scurria, vi assicuro che è una fatica, di quelle mitiche. Marcello Scurria è lo scrittore qua sotto, eccolo [Tu mi indichi] l’Autore è lui. [Io mi alzo, saluto e mi inchino al pubblico.] Vi giuro che è un’impresa. E’ cominciata così: Un giorno mi telefona, mi dice che ha scritto un monologo per me e che vuole incontrarmi. Quindi, una sera qualunque mi  consegna alcuni fogli e mi dice <<Cara Stefania, ciao, che piacere vederti! Ecco, questo è il monologo. Tieni. Dimmi se ti piace.>>

Così è iniziata quest’avventura. E’ una cosa impegnativa, e ora, oltre ad essere felice per la numerosa partecipazione, sono emozionata. [Ti schiarisci la voce]: Uhum Uhum Uhmmm. Io, sono Stefania Blandeburgo [Fai attenzione a non svelare che il monologo è già iniziato] e questa è per me, vi giuro, una serata importante. Il sangue mi preme. Ho il cuore che mi batte. [Ti concentri e c’è un silenzio meraviglioso]. 

Madames e Monsieurs, buonasera e benvenuti. Signori e Signore, è tutto previsto, anche che sia mattina. Una prima mattina qualsiasi, appena alzata dal letto. Intanto, abbiate pazienza, lasciatemi andare a dormire…[Improvvisamente si fa buio in tutta la sala. Poi, un riflettore s’accende, e sei esattamente al centro del cono di luce, in pigiama o in sottana, come preferisci. Una pregiata sottana che fa l’allegoria ad un abito da sera. Tuttavia, è prima mattina. Ti sei appena svegliata e sei in bagno, di fronte allo specchio, scarmigliata. Inizi parlando in terza persona] Oh mamma mia che faccia cha ha stamattina Stefania Blandeburgo! Se i tuoi ammiratori ti vedessero così, potresti chiudere con la tua carriera. Cosa penserebbero di te, cara Stefania, tutti quelli che ti hanno incontrato, riconosciuto e ti hanno urlato - più o meno da lontano-  “Brava”? [Sbadigli, ti guardi il viso. Ma ora coniughi in 1^ persona] Quando mi chiamano così per la strada, non mi volto. Sono Stefania, io. Ci tengo ... (per la continuazione scarica il testo integrale del monologo)

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