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ieri domani lo sport

diavoli, zebre e serpenti di Gabriele Li Mandri... una giungla appassolante
da sfogliare











Diavoli, Zebre e Serpenti

(galim) I campi di calcio possono diventare l’habitat perfetto di molte specie animali. Predatori e prede si accalcano sui verdi prati rettangolari, lucidati ad arte dalla rugiada, ma zeppi di fangose zolle.



Il Serpente nerazzurro striscia sempre velenoso in prima linea: non ama tanto nascondersi fra le erbacce, ma preferisce far parlare di sè. È un predatore cosciente della propria forza, dotato di un veleno letale. Letali sono le parole del suo nuovo allenatore, ed altrettanto letali sono le sue armi in campo: un’Inter che si è rafforzata ulteriormente con grandissimi acquisti, ma che corre il rischio di sedersi sugli allori. Il suo veleno è potente, ma attenzione, perchè qualcuno potrebbe già aver pronto l’antidoto: il Diavolo, per esempio, ne è sembrato immune. E la fiera marcia del serpente nerazzurro è già stata bruscamente frenata dal tridentone brasiliano del Milan.

Che il Diavolo faccia le pentole ma non i coperchi, è risaputo. Questo è l’anno della rivincita, della riscossa, del successo in Italia dopo anni di successi in Europa, o almeno dovrebbe esserlo. La pentola è piena di buone intenzioni, ma il Milan rischia come sempre di farsele scivolare via: un inizio disastroso ha fatto da battistrada ad una grande rimonta, impreziosita da una grande vittoria nel derby. Adesso sta al Milan sfruttare bene le sue armi, anche se è già distante tre punti dalle capoliste.

Il Serpente nerazzurro ha però anche altri problemi: la sua marcia è perennemente controllata dall’Aquila biancoceleste. La Lazio sta stupendo tutti: partita da una crisi profonda di risultati, dettata anche da pesanti problemi economici, è rinata grazie ad un mercato stellare e adesso reclama la sua parte. Non un piccolo problema per il biscione nerazzurro: si sa, le aquile adorano I serpenti. Attenti però, perchè ad un solo punto di distanza c’è un altro volatile che fa parlare di se: quello rosanero, che dopo un iniziale volo a bassa quota ha deciso di alzarsi fra le nuvole e darsi un’occhiata intorno, riscoprendo il desiderio di raggiungere la sua terra promessa, la Champions league.



Non tutti I predatori riescono però a confermarsi tali. Il caso più preoccupante, quest’anno, è senza dubbio la Lupa romanista, sonnecchiante e più che mai svogliata. Nemica giurata dell’Inter 2007/2008, la Roma sembra essere diventata più che altro nemica di se stessa: infortuni a raffica e condizione fisica precaria ne stanno seriamente minando il cammino, sia in Italia che in Europa. Il tutto per la felicità dell’Aquilotto laziale che, si sa, ama gioire delle disgrazie della Lupa.




Da predatori a prede, il passo è breve. Lo sa la Zebra juventina, solitamente abituata a calcare i verdi prati delle zone alte, ma che quest’anno zoppica paurosamente, forse a causa di una temperatura troppo rigida, o forse a causa della mancanza di fantasia a centrocampo. Troppo muscolosa e stupida è diventata la Zebra, per poter tenere il passo delle veloci e agili concorrenti: urge una dieta dimagrante, magari a base di fosforo. Per una zebra che piange, un’altra invece ride: è la Zebra di Udine, piena di talenti italiani, a godersi il momento di celebrità, a fianco di Inter e Lazio.

È un campionato sempre più somigliante ad una jungla, dove la catena alimentare impone le sue regole: chi non riesce a stare al passo perde il trono, grandi predatori compresi. E attenti anche all’Elefante catanese, che quest’anno rischia seriamente di calpestare, senza alcun riguardo, i preziosi e raffinati Gigli viola fiorentini..

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