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lettere al direttore

Capovolgiamo il tavolo ... lettera di Concetta Di Pasqualefestina lente
il testo

FRA LE MILLE COSE DA FARE E A CUI PENSARE NON RIESCO A TRATTENERMI DALL'ESPRIMERE LA MIA OPINIONE SULL' ARTICOLO DEL 25/11.
C'E' UNA POESIA DI PABLO NERUDA CHE SI CHIAMA “LENTAMENTE” E CHE SEPPUR IMPROPRIAMENTE (IN QUANTO NON SI TRATTA DI MUSICA) FA DA SOTTOFONDO ALLE MIE FRENETICHE E CONVULSE GIORNATE ALLE SCELTE CHE QUOTIDIANAMENTE SONO COSTERTTA A COMPIERE.
CREDO FORTEMENTE CHE SE NON DESSIMO NULLA PER SCONTATO E CHE SE OGNI GIORNO CHE IL BUON DIO CI PERMETTE DI SALUTARE FOSSIMO IN GRADO DI "CAPOVOLGERE IL TAVOLO" CI SAREBBE SICURAMENTE UN CORO DI GENTE CHE SCOPRIREBBE DI AVER TANTO DA DIRE E I SEGUACI DI MARIA DE FILIPPI IL CUI CERVELLO SI STA SCIOGLIENDO COME LA CLASSICA NEVE AL SOLE DIVENTERBBE PRESTO UNA MINORANZA.
PURTROPPO PENSO CHE ANCHE A LIVELLO POLITICO LA VOLONTA' SIA QUESTA ( CI STIAMO FORSE AVVIANDO VERSO UNA SECONDA EPOCA FASCISTA?)
PERDONI IL MIO PUERILE MODO DI SCRIVERE MA ORMAI SIA FARE CONSIDERAZIONI CHE PRENDERE LA PENNA IN MANO O LA TASTIERA DEL PC E' COSA RARA
SALUTI CONCETTA DI PASQUALE

Gentile dott.ssa Di Pasquale, cara Concetta,
sogno e realtà si intrecciano nella vita di tutti noi spesso inconsciamente, e impropriamente si tende a pensare che il sogno serva a sopportare la realtà spesso amara; di fatto invece l’uno fa da contraltare all’altra per tessere la vita di ciascuno di noi. Tra i due invece, come bene fai notare tu, quello che viene messo in disparte, quasi fosse un terzo incomodo, è l’uomo nella sua volontà di vivere, annichilita da un bombardamento mediatico che usa il suo innato bisogno di sogno per vendergli qualcosa o, peggio, per fargli pensare “qualcosa” che non sia doloroso, che non lo stimoli. È il gioco del consumismo scellerato verso il quale il sottoscritto, pur non essendo di fede marxista, è fortemente critico. Il succedere di un eventuale “regime dittatoriale” (Roma se lo imponeva con successo nelle epoche di crisi politica per riprendere il controllo dell’Impero) impropriamente definibile “Fascismo” (fu una realtà amara da non dimenticare certo) in un momento di lassismo dei costumi e deprimenza delle idee può anche succedere che si riproponga, ammesso che ci sia chi abbia la forza di rievocarlo e non vedo uomini capaci di tale impegno all’orizzonte. Vedo piuttosto bottegai impegnati in un commercio insano e deleterio della nostra migliore energia (ricordi i Farisei nel Tempio?) all’insegna di un malinteso internazionalismo che ha consentito (ad esempio) ai cinesi di importare e vendere merce contraffatta, di scarto e inquinata alla faccia del nostro perbenismo e ad alcuni musulmani di predicare la violenza nei loro templi e in casa nostra alla faccia della nostra civiltà … una civiltà e un perbenismo, vere colonne di un’utopia democratica più radicata dell’anarchia, però, cara Concetta, ai quali io credo come frutto di una tradizione unica e di un pensiero forte, modello di un uomo vero (che stupidamente Hitler stigmatizzò nella razza ariana distruggendo il mito) che non avrà bisogno di violenza, artefici e soprusi per essere ciò che oggi purtroppo (ed è sotto gli occhi di tutti) non è. Quindi, Concetta cara, porta pazienza (tanta!) e continua a crescere i tuoi figli e a nutrire i tuoi amici nella luce degli ideali (e il coraggio di vivere ha nel “fare” il suo ideale più profondo ed autentico) che, come l’uomo che li ha a cuore, sono eterni, e che, anche in quest’epoca di buio profondo, per chi sa guardare brillano di luce pura. Cordialmente, Enzo Li Mandri.


associazione Alessandro Tasca Filangeri di Cutò
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